“Ti amo Laura come non ho mai amato nessuna in vita mia, non
lasciarmi mai. Non mi devi mai lasciare, Tu sei mia. Ricordatelo sempre.”
Ecco, di nuovo quelle parole. Il mio ego si fortifica e mi sento
importante. Sì, è lui l’uomo della mia vita, invecchieremo insieme!
Appena il tempo di ricomporci e mi rendo conto che il mio bel
cappottino bianco firmato, ormai ha pulito il pavimento. Ora che m'invento
quando torno a casa?
“Scusa per quello che ho fatto, non me l’aspettavo, non so cosa
mi sia preso.”
“E di che? È sempre un piacere,” e mi fa l’occhiolino.
“Scemo, ho capito questo doppio senso, in ogni caso ci siamo
giocati l’aperitivo da Luca, devo scappare, ci sentiamo dopo.” Bacio a stampo e
scappo via come se avessi rubato le caramelle in un negozio.
Sono frastornata da quanto è accaduto, non so perché mi viene da
pensare allo gnomo. Strano, perché
ormai è uscito dalle nostre vite. Eppure avverto la sua presenza nei miei
pensieri, suscita in me apprensione e malumore. Non so. Forse sono solo inutili
preoccupazioni.
Arrivata a casa, riesco fortunatamente a giustificare piuttosto
bene il grigio topo del mio cappottino bianco firmato, anche perché mia madre
lo nota subito.
“Che palle mamma, ho dovuto far vedere un immobile mezzo
diroccato in via Garibaldi e mi sono appoggiata ad una specie di piccionaia che
c’era all’ingresso, per fortuna me ne sono accorta altrimenti sarebbe anche più
sporco!”
Ecco avevo inventato un’ottima scusa, l’ennesima direi. Sì,
perché ormai, per coprire la mia storia con Marco, non facevo altro che
raccontare bugie a mezzo mondo, e dal quel mezzo
mondo mi allontanavo sempre di più. Quasi senza accorgermene, stavo
perdendo le amiche, non uscivo più con loro, ed anche le sere in cui non ci
vedevamo con Marco, me ne stavo a casa. Esisteva solo lui. La mia vita sociale
si era ridotta alle ore che trascorrevo in ufficio a lavorare. Per il resto non
avevo più interessi, per niente e per nessuno. La mia dipendenza fisica,
affettiva e soprattutto mentale peggiorava, anche tutto questo avrebbe avuto un
senso. L’avrei capito molto presto.
Brano tratto da “Bordeline: quando una donna ama” di Antonella
Contu
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