giovedì 31 gennaio 2019

L'inizio di un incubo


Era l’estate del 2006, avevo trentasei anni, non più giovane, ma nemmeno da buttare via, ed è stato proprio in quel periodo che ho conosciuto Marco. In un momento particolare della mia vita.

Fino a quel momento avevo vissuto una vita normale, forse un po’ piatta, stile lavoro - casa, casa - lavoro, con un fidanzato normale e due famiglie alle spalle abbastanza presenti. Ecco, credo che proprio quelle famiglie così presenti, siano state la causa scatenante della rottura definitiva con il mio ex. Forse è per questo che finita quella storia, mi son detta: “Il prossimo lo voglio bello e dannato”. Così è stato. Un turbinio di passioni, emozioni, sensazioni da sballo.

Ho vissuto ogni istante di quella storia come se fosse la prima volta che respiravo, che gioivo, che ridevo, che piangevo. Semplicemente... che vivevo! Ancora non sapevo che proprio quella storia, sarebbe stato l’inizio di un incubo.

Non sono mai stata una femme fatale, e non sapevo quasi niente del sesso, a parte il fatto che esistono varie posizioni per godere di piacere. Non sapevo nemmeno che se sai ascoltare il tuo corpo, questo è in grado di darti un milione di sensazioni: naturalmente Marco questo lo sapeva. Tutto quello che so sul sesso, me l'ha insegnato lui. O meglio, ha solo affinato le mie doti sessuali. Diceva che a letto ero bravissima, e non perché avessi letto dieci volte il libro sul Kamasutra, ma semplicemente perché, il mio istinto animale di femmina, era stato risvegliato dai suoi feromoni. Ed anche dai miei, credo.

Come spesso capita era l’amico di un’amica. O meglio il trombamico di un’amica, ed anche di un’altra amica. Del nostro gruppo di single sfigate, ero stata la sua terza conquista, ma anche quella che aveva resistito di più e quella che aveva sofferto maggiormente.

Marco era bello. Occhi verdi, fisico statuario. Addominali scolpiti. Bicipiti in primo piano. Un ammaliatore. Mani possenti, dita affusolate, sguardo penetrante. E soprattutto era brizzolato. E’ vero, ho sempre avuto un debole per gli uomini brizzolati, forse perché mio padre, quando è morto, nonostante fosse ancora giovane era già brizzolato.

Brano tratto da “Bordeline: quando una donna ama” di Antonella Contu

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