Era l’estate del 2006, avevo trentasei anni, non più giovane, ma
nemmeno da buttare via, ed è stato proprio in quel periodo che ho conosciuto
Marco. In un momento particolare della mia vita.
Fino a quel momento avevo vissuto una vita normale, forse un po’ piatta, stile lavoro - casa, casa - lavoro,
con un fidanzato normale e due famiglie alle spalle abbastanza presenti. Ecco,
credo che proprio quelle famiglie così presenti, siano state la causa
scatenante della rottura definitiva con il mio ex. Forse è per questo che
finita quella storia, mi son detta: “Il prossimo lo voglio bello e dannato”.
Così è stato. Un turbinio di passioni, emozioni, sensazioni da sballo.
Ho vissuto ogni istante di quella storia come se fosse la prima
volta che respiravo, che gioivo, che ridevo, che piangevo. Semplicemente... che
vivevo! Ancora non sapevo che proprio quella storia, sarebbe stato l’inizio di
un incubo.
Non sono mai stata una femme
fatale, e non sapevo quasi niente del sesso, a parte il fatto che esistono
varie posizioni per godere di piacere. Non sapevo nemmeno che se sai ascoltare
il tuo corpo, questo è in grado di darti un milione di sensazioni: naturalmente
Marco questo lo sapeva. Tutto quello che so sul sesso, me l'ha insegnato lui. O
meglio, ha solo affinato le mie doti sessuali. Diceva che a letto ero
bravissima, e non perché avessi letto dieci volte il libro sul Kamasutra, ma
semplicemente perché, il mio istinto animale di femmina, era stato risvegliato dai suoi feromoni. Ed anche dai
miei, credo.
Come spesso capita era l’amico di un’amica. O meglio il trombamico di un’amica, ed anche di
un’altra amica. Del nostro gruppo di single sfigate, ero stata la sua terza
conquista, ma anche quella che aveva resistito di più e quella che aveva
sofferto maggiormente.
Marco era bello. Occhi verdi, fisico statuario. Addominali
scolpiti. Bicipiti in primo piano. Un ammaliatore. Mani possenti, dita
affusolate, sguardo penetrante. E soprattutto era brizzolato. E’ vero, ho
sempre avuto un debole per gli uomini brizzolati, forse perché mio padre,
quando è morto, nonostante fosse ancora giovane era già brizzolato.
Brano tratto da “Bordeline: quando una donna ama” di Antonella
Contu
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